“Ritengo questo un momento fondamentale per approfondire le tematiche che riguardano matrimonio, minori e famiglia: il progetto che formerà i responsabili attraverso le proprie professionalità, ci darà una soluzione per comprendere la realtà in cui viviamo e a trovare risposte”: con queste parole il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, ha presentato il primo corso di alta formazione, organizzato dalla sezione S. Tommaso d’Aquino della Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale e dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli, dal titolo “Matrimonio, famiglia e minori nella società multietnica”. Il corso, che si avvale della cura scientifica del Dipartimento di Diritto canonico della stessa facoltà, è rivolto alla formazione permanente della classe forense del distretto della Corte d’Appello di Napoli.

“Sono orgoglioso di prendere parte a quest’iniziativa – ha detto Antonio Tafuri, presidente dell’Ordine avvocati di Napoli – il corso nasce dal rapporto che si è creato tra la Chiesa e gli avvocati, l’augurio è che si riescano a formare tante professionalità in grado di lavorare nella società”. Francesco Caia, componente del Consiglio Nazionale Forense, nel suo intervento si è soffermato sui minori: “Ricordiamo che loro, nella società di oggi, vanno particolarmente tutelati. Il progetto elaborato da Ordine e Curia riguarderà diversi esperti provenienti da vari settori, come appunto gli avvocati, psicologi e assistenti sociali. Creeremo una rete di esperienze e valori necessari alla società italiana, ormai multietnica e multiculturale”.

Alla conferenza stampa sono intervenuti anche Francesco Asti decano della sezione S.Tommaso e Antonio Foderaro direttore del dipartimento di diritto canonico e del comitato scientifico del corso il quale ha sottolineato che “il progetto nasce dalle domande che ci siamo posti più di un anno fa su come si comporta la legislazione in relazione alle nuove caratteristiche del nucleo familiare e qual è il miglior interesse per i bambini. Vogliamo cercare il dialogo col tessuto sociale del Meridione”.

 

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